Claudio Hébert.
Dopo una vita da fotoamatore ben contrastata dagli impegni professionali, sono tornato alla fotografia, come molti di noi, con il pensionamento.
L'avvento del digitale mi ha permesso di scoprire il montaggio audiovisivo, portando alla fotografia tradizionale ulteriore movimento e soprattutto maggiori possibilità di raccontare storie.
Per apprendere queste nuove tecniche, da dieci anni io e mia moglie - "lavoriamo" in duo - assistiamo e poi partecipiamo a numerosi galà e festival con la gioia di vedere le nostre creazioni proiettate sul grande schermo che, nel nostro occhi, è la migliore ricompensa per il tempo dedicato alla cura delle immagini e della colonna sonora. Abbiamo anche avuto il piacere di ricevere di volta in volta un segno di riconoscimento da parte degli spettatori o delle giurie.
Oggi sono molto felice di essere chiamato a partecipare attivamente a questa Coupe Lumière 2017. In qualità di giurato, sarò particolarmente attento alla qualità tecnica degli assemblaggi proposti. A mio parere, l'ultima delle cose è che gli autori che competono per un premio, si prendono il tempo di offrire i loro montaggi privi di qualsiasi problema tecnico, incluso "ortaugraft fotes".
Poi l'originalità del soggetto, la sceneggiatura, l'angolo di ripresa, l'eventuale uso oculato del video e la creatività faranno la differenza tra le realizzazioni proposte.
Non facendo parte di nessun club o di nessuna cappella, mantengo una totale libertà di giudizio naturalmente influenzata dalle mie preferenze personali che vanno piuttosto verso le storie raccontate, se possibile, con un po' di umorismo, su testi, foto, video e colonne sonore evitando prestiti da altri autori il più possibile.
So per esperienza che qualsiasi classifica è criticabile, ma posso promettere agli autori concorrenti che le mie opinioni si saranno formate in uno spirito di equilibrio e imparzialità. Claudio Hébert